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Lavori di Dicembre nell’apicoltura: cosa bisogna fare e non fare



I lavori di manutenzione da fare nel mese di Dicembre.

Lavori di Dicembre nell’Apicoltura: ecco cosa c’è da sapere

Con l’arrivo dell’inverno, il mondo delle api si svela come una complessa danza di sopravvivenza, chiamata “glomere”.

Il glomere è essenzialmente un “raggruppamento” formato dalle api, che si uniscono (quando la temperatura scende sotto ai 10 °C) per poter generare calore e evitare di morire dal freddo durante i mesi più freddi dell’anno.

Possiamo trovare qui una similitudine con i pinguini in Antartide, quando formano un grande gruppo nel quale chi si trova al centro riceve il calore di chi si trova all’esterno. Periodicamente si effettua un cambio in modo che tutti possano avere modo di riscaldarsi secondo le necessità come nel video che segue.

Da osservatori vedremmo quindi questa sfera di api che si rimescola continuamente, in una lunga e costante lotta contro il freddo, che a volte scende anche di molti gradi sotto lo zero. Basti pensare che anche con temperature esterne fra -20 e -30°C, il glomere mantiene la temperatura interna attorno ai 36 °C.

Il glomere è quasi come un unico organismo vivente, questa sfera infatti si espande quando le temperature esterne salgono, e si restringe quando le temperature si fanno sempre più rigide. Le api si adattano naturalmente a queste condizioni, utilizzando come unico carburante il miele, o sostituti zuccherini che possono essere somministrati dall’apicoltore qualora non vi fossero scorte sufficienti.

In questo periodo, caratterizzato da temperature più basse e risorse limitate, le api intraprendono sforzi significativi per superare le sfide invernali. Gli apicoltori, custodi attenti di queste colonie, svolgono un ruolo chiave nel garantire il benessere delle api durante questa fase critica.

Le api operai, instancabilmente, formano un gruppo compatto attorno alla regina, cercando di mantenere una temperatura ottimale. In questo sforzo collettivo, le api consumano con parsimonia il miele immagazzinato durante le stagioni più calde. Questa attività, orchestrata in modo naturale, è vitale per il mantenimento della regina e della colonia nel suo insieme.

Lavori di Dicembre nell’apicoltura: preparare le arnie

Gli apicoltori, consapevoli delle sfide che l’inverno porta con sé, adottano misure preventive e curative per sostenere le api durante questo periodo. La preparazione degli alveari è una pratica essenziale, in cui vengono create condizioni che trattengono il calore e, allo stesso tempo, forniscono una ventilazione adeguata per evitare l’accumulo di umidità dannosa.

Un aspetto cruciale del ruolo dell’apicoltore è assicurare che ci siano riserve sufficienti di cibo per le colonie. Prima dell’inverno, si verifica una valutazione scrupolosa delle riserve di miele. Quando necessario, gli apicoltori forniscono alle api un sostentamento extra, come sciroppo di zucchero o caramelle nutrienti.

La costante supervisione da parte degli apicoltori è una pratica indispensabile. Monitorano attentamente la popolazione, controllano le riserve di cibo e si assicurano che la regina sia in buona salute. Questo monitoraggio attivo è essenziale per intervenire prontamente in caso di emergenza o necessità di interventi aggiuntivi.

Lavori di Dicembre nell’apicoltura: ultimi interventi contro la varroa

Potrebbe essere che durante il mese di novembre non sia stato possibile eseguire gli interventi invernali contro la varroa.

Questo potrebbe essere accaduto a causa di temperature inadatte o perché le famiglie di api presentavano ancora una quantità significativa di larve.

Tuttavia, è assolutamente necessario procedere entro questo mese per evitare un’eccessiva infestazione che potrebbe portare la colonia al collasso.

Se le condizioni meteorologiche lo consentono e le previsioni indicano giornate di sole con temperature superiori alla media (in genere oltre i 10°C), è ancora possibile effettuare il trattamento con acido ossalico a gocce.

Questo metodo ha il massimo effetto quando non c’è alcuna covata, quindi potrebbe essere necessario intervenire con una forchetta per rimuovere gli opercoli che coprono le larve.

La collaborazione tra api e apicoltori emerge come una sinergia necessaria per la sopravvivenza. Questo rapporto non è solo un’interazione di cura, ma un equilibrio delicato che si riflette nel benessere dell’intera comunità di api. Gli apicoltori, con il loro impegno, diventano guardiani attenti di questo ecosistema vitale.

In conclusione, l’affrontare l’inverno è un atto di equilibrio tra la natura e l’intervento umano. La simbiosi tra le api e gli apicoltori si rivela come una storia di resilienza e collaborazione, contribuendo al mantenimento della vitalità delle api e alla promozione dell’importante ruolo che svolgono nel nostro ecosistema.

Lavori di Dicembre nell’apicoltura: ossalico sublimato

Nel caso in cui le condizioni meteorologiche non siano favorevoli o se è presente un’eccessiva quantità di covata, è possibile procedere con l’utilizzo dell’ossalico sublimato, ripetendo il trattamento fino a un massimo di 3 volte a una distanza di 7 giorni l’una dall’altra, al fine di coprire l’intero ciclo di sviluppo delle larve.

Quando si utilizza questo metodo, è importante fare attenzione se le api sono già raccolte in glomeruli. In questo caso, ogni sublimatore presenta i suoi vantaggi e svantaggi.

Quelli simili al Varrox sublimano l’ossalato in un periodo di 4-5 minuti.

Ciò consente un graduale allargamento dei glomeruli e una maggiore efficacia del trattamento.

Tuttavia, richiede un notevole impegno in termini di tempo. I sublimatori come il Sublimox, che permettono la sublimazione completa dell’acido in 30-40 secondi, sono molto pratici, ma non stimolano i glomeruli ad aprirsi.

Questo inconveniente può essere superato riscaldando anticipatamente le colonie per favorire l’allargamento delle api e garantire risultati migliori in termini di caduta della varroa.

Alcune curiosità

  • Le api destinate a sopportare l’inverno emergono con dimensioni maggiori rispetto a quelle osservabili durante la primavera o l’estate. Presentano una corporatura più robusta e una durata di vita significativamente prolungata (resistendo approssimativamente per tutto il periodo invernale, mentre in primavera sopravvivono per circa 3 settimane).
  • Le api operaie, con l’arrivo del freddo, allontanano i fuchi (cioè i maschi) dall’alveare, e ciò avviene in modo abbastanza energico! Questo accade poiché l’ape non è dotata di pungiglione (utile per difendere l’alveare) e quindi rappresenterebbe solamente un boccone in più da sfamare durante la carenza di nettare invernale. La sua unica utilità, ossia quella di completare l’accoppiamento, in inverno non è richiesta e pertanto viene semplicemente allontanata al freddo. Ma niente paura, la regina, con l’arrivo dei primi tepori, riprenderà a deporre uova di nuovi fuchi.
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